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L'osteoporosi è la malattia ossea più comune nella popolazione generale.1 È una patologia generalmente silente e asintomatica, che si manifesta con le fratture da fragilità, che spesso si verificano a seguito di un trauma minore e, in alcuni casi, anche in assenza di trauma.1 È caratterizzata da bassa massa ossea, deterioramento del tessuto osseo e compromissione della sua architettura, con conseguente riduzione della resistenza e aumento del rischio di frattura.1
Le fratture da fragilità sono in grado di compromettere l’indipendenza e la qualità della vita di persone che convivono con questa patologia2.Il rischio di una frattura da fragilità nel corso della vita varia tra uomini e donne e in base al sito interessato. A partire dai 50 anni, il rischio è più elevato nella popolazione femminile rispetto a quella maschile.2
In Italia nel 2017 sono stati registrati circa 560.000 nuovi casi di fratture ossee da fragilità.2 Il numero dei casi purtroppo è destinato ad aumentare in tutti i Paesi a causa del progressivo invecchiamento della popolazione.2
Vengono definite primitive le forme di osteoporosi che compaiono dopo la menopausa (postmenopausale) o in generale con l’avanzare dell’età (senile).3
Le osteoporosi secondarie sono invece quelle determinate da un ampio numero di patologie e farmaci.3
In Europa l’osteoporosi rappresenta una delle malattie più debilitanti e con i costi più elevati.4 Nel 2010 sono stati colpiti da osteoporosi 22 milioni di donne e 5,5 milioni di uomini.5 In Italia, l’impatto epidemiologico dell’osteoporosi è molto elevato e ne sono affetti circa 3,5 milioni di donne e 1 milione di uomini.3 La patologia è 3 volte più comune nelle donne rispetto agli uomini, a causa sia della perdita di massa ossea sia dei cambiamenti ormonali che si verificano durante la menopausa.6
Considerando che nei prossimi 20 anni la percentuale della popolazione italiana con più di 65 anni d’età aumenterà del 25%, si attende un proporzionale incremento dell’incidenza della malattia.3
Molti fattori, tra cui età, sesso, razza, genetica, stato riproduttivo, basso apporto di calcio ed esercizio fisico, influenzano la massa ossea. Inoltre, l’osteoporosi è una complicazione riconosciuta di specifiche malattie e disturbi.7
Storia familiare | Storia familiare di frattura al femore |
Anamnesi |
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Sesso femminile |
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Stile di vita |
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Riprodotto da tabella 1 ref. 7
Utilizzando specifici algoritmi è possibile effettuare una valutazione integrata della densità minerale ossea (BMD) e dei più importanti fattori di rischio, in modo da consentire una stima più accurata del rischio di fratture da fragilità.3 L'utilizzo ad esempio dell’algoritmo DeFRA consente di valutare in maniera oggettiva la gravità e il potenziale impatto dell'osteoporosi, migliorando ed uniformando la percezione del rischio sia da parte del paziente che degli operatori sanitari e fornendo indicazioni sull’opportunità o meno di un intervento terapeutico.8
La diagnosi di osteoporosi può essere effettuata con metodologie differenti, ma si basa principalmente sulla valutazione della BMD, eseguita a livello della colonna vertebrale o del femore tramite tecnica DXA (Dual X-ray Absorptiometry).1
La valutazione della BMD è basilare nella diagnosi e nella gestione dell’osteoporosi perché è correlata alla resistenza dell’osso ed è un eccellente indicatore del rischio di fratture, che aumenta in maniera esponenziale con la diminuzione della BMD.1
I valori di DXA del femore sono i migliori fattori prognostici di future fratture.1
Il test per valutare la densità minerale ossea (BMD) dovrebbe essere eseguito in:1
La prevenzione dell’osteoporosi e delle sue conseguenze è essenziale per il mantenimento della salute, della qualità di vita e dell’indipendenza degli anziani.6
Per preservare la resistenza ossea si possono raccomandare alla popolazione in generale numerosi provvedimenti come assumere adeguate quantità di calcio e vitamina D, praticare regolarmente esercizio fisico, cessare l’utilizzo di tabacco, evitare un eccessivo consumo di alcool, eliminare i fattori di rischio di caduta.1
Tutti questi accorgimenti devono essere parte integrante di qualsiasi programma di trattamento farmacologico dell’osteoporosi.1
Il trattamento dell’osteoporosi deve essere finalizzato alla riduzione del rischio di frattura.3 L’impiego di farmaci specifici dovrebbe essere “basato sull’appropriatezza”, che considera non solo la valutazione del rapporto beneficio/rischio3 ma anche aspetti sociali legati a un corretto impiego delle risorse.3
Dovrebbero essere presi in considerazione per un trattamento tutte le donne in post-menopausa e gli uomini di età superiore a 50 anni con una delle seguenti caratteristiche:1
Legenda: BMI, indice di massa corporea; BMD, densità minerale ossea; DXA, Dual X-ray Absorptiometry; OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità; T-score, dato che misura il rapporto tra il valore di densità minerale ossea del soggetto esaminato rispetto a quello medio di riferimento.
ITA-NP-1124-80004